Storia

Cos'è

La storia

Furono i Romani i primi a rendersi conto della posizione strategica di Argentia, dotandola oltre che di una stazione di sosta anche di una sede di Magistratura.

Il senso della comunità, e della appartenenza ad una realtà istituzionale di rilievo, continuò come si diceva anche durante gli anni bui delle invasioni barbariche, quando per opera delle autorità ecclesiastiche, la pieve gorgonzolese fu una pedina importante nello scacchiere milanese.

Si può certamente dire che Gorgonzola, attraverso le varie epoche, non perse mai la sua identità territoriale e istituzionale a discapito di altre realtà più o meno influenti.

 


Le prime tracce

Buona parte della nascita e dello sviluppo dei centri abitati nell´area milanese va fatta coincidere con il propagarsi del Cristianesimo che, con i suoi profondi legami religiosi e civili, ha reso possibile la formazione di insediamenti stabili e solidali tra le popolazioni native e immigrate. Tra questi centri vi è anche Gorgonzola.

Già prima dell´anno Mille, alla metà del X secolo, ci sono tracce del nome “Gorgontiola” all´interno del monastero di S. Ambrogio in Milano: il notaio chierico del convento sarebbe stato il custode della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio in Gorgonzola. Già all´epoca il nome complesso e ostico alla pronuncia di Gorgonzola compariva nelle carte, a riprova dell’antichità del nome stesso, così come venivano indicati, già alla fine del primo millennio, i due santi a cui la pieve di Gorgonzola era consacrata: San Protaso e San Gervaso, appunto.

Gorgonzola è posta lungo l´antica strada romana per Aquileia, divenuta poi la Postale veneta. Sull´origine del nome esistono varie ipotesi quasi tutte verosimili ma nessuna che si possa assumere come definitiva. I documenti certi sono, per ora, del 953 quando un Ambrogio notaio è detto chierico e custode della Chiesa di san Protaso in Gorgontiola; va aggiunto il contratto rilevato dallo storico Giulini che, nel 970, parla di un chierico Adalberto della chiesa di san Gervaso e Protaso in Gorgontiola. Altri studi ed ipotesi parlano del nome Argentia (nome di una località romana a 14 miglia sulla strada da Milano verso Bergamo, sulla strada che portava i pellegrini a Gerusalemme) che nei secoli divenne Gorgonzola.

Un dato economico certo: tutte le campagne che stavano attorno alla città di Milano erano considerate il granaio della città anche perché questa zona era ricca di acqua e risorgive; Gorgonzola rientrava nei fornitori della città per i suoi ortaggi e per il suo foraggio.
Gorgonzola era pure il capo della Pieve Ecclesiastica di una grande zona, arrivava fino a Segrate, ed era l´unica chiesa che aveva il diritto di battezzare, sposare e cresimare tutte le persone che vivevano nella Pieve.

Dal punto di vista civile occorre ricordare che Gorgonzola nel 1757, all´epoca di Maria Teresa, fu a capo di 22 comuni retti da due cancellieri; nel 1786 divenne capo del distretto XII; con il Regno di Italia fu capoluogo del Cantone IV Distretto III di Monza, Dipartimento dell´Olona ed aveva sotto di sé ben 33 comuni. Con l´Unità d’Italia era a capo del XIV Circondario di Milano e si estendeva da Basiano a Vignate.


Il nome

Una breve e doverosa digressione sul nome: a prescindere dalle numerosi varianti fonetiche prodotte dalle più svariate storpiature non lombarde, e persino milanesi, l’origine del nome Gorgonzola è stata fatta risalire per molto tempo al derivato latino Curte Argentia.

Secondo alcune interpretazioni storiche, il nome indica un insediamento limitrofo alla più grande città romana di Argentia, tra Milano e Bergamo; per altri era Mutatio Argentia, una località romana che era una stazione di ristoro dove avveniva il cambio dei cavalli sulla strada verso Bergamo, al 14° miglio.

Nei secoli il nome si sarebbe modificato in Curtis Argentia, piccolo villaggio vicino alla città romana Argentia, luogo di dominio di potenti signori Curt-argentia. Nel Medioevo il suo nome si trasformò in Cort ArgentiolaCort Giuntiola ed infine in Gorgonzola.

Di recente anche un’altra ipotesi si è fatta strada, ovvero la derivazione dalla dea romana Concordia, mutata poi in Corcondiola e appunto in Gorgonzola.


La pieve

Quale che sia l’origine del nome, molte più certezze si hanno sull’identità dei santi a cui la pieve del paese deve ancora oggi il suo nome: martiri i cui corpi vennero ritrovati proprio da Sant’Ambrogio nel lontano IV secolo.

La consacrazione della pieve gorgonzolese a queste due figure deve essere letta nella più vasta opera di evangelizzazione portata avanti dagli Ambrosiani in tutte le campagne attorno a Milano a partire proprio dal tardo secolo IV.
Fu una di queste comunità religiose, diventata autonoma negli anni della missione del vescovo di Milano in forma di piccole pievi locali, a sostenere l’attacco devastante delle orde degli Unni nel 453.

Argentia, allora il centro più importante della zona, venne distrutta, e il piccolo abitato di origine celtica che fu in epoca romana una semplice mutatio (stazione per il cambio dei cavalli) si candidò a essere l’insediamento più importante del territorio; quel pugno di case era Gorgonzola.

Benché si suppone che il paese sia stato uno dei primi a essere contattato dai missionari milanesi, bisogna attendere il IX secolo per avere notizie certe della rinascita di Gorgonzola quale rinnovato centro di fede, attorno alla cui pieve si raccolgono i numerosi abitati della zona. A prescindere dalla precisa datazione della prima chiesa eretta a Gorgonzola, che alcuni fanno risalire all’VIII secolo, è appurato che nei piani del vescovo ambrosiano, Gorgonzola fosse già un punto di riferimento per l’evangelizzazione delle campagne già all’indomani delle rovinose incursioni barbariche.


Il Medioevo

Gorgonzola e tutta la regione della pianura padana attorno a Milano furono teatro di molti avvenimenti salienti del Medioevo. È il caso della vittoria a Legnano contro Federico Barbarossa della Lega Lombarda, a cui aderì con entusiasmo anche Gorgonzola. Siamo nel remoto 1176. Cruciali fatti storici che sancirono per la prima volta l’autonomia dei comuni italiani, come denota la Pace di Costanza del 1183. Gorgonzola fu teatro degli scontri che seguirono a questi avvenimenti più noti, in una lunga lotta intrapresa dagli eredi del Barbarossa.

Nel 1245, infatti, durante l’assalto di Federico II ai bastioni milanesi, le forze lombarde dovettero ritirare su Gorgonzola; qui si combatté aspramente, tanto che entrambi i comandanti degli eserciti caddero prigionieri in mani nemiche. Alla torre di Gorgonzola, situata dove sorge ora l’abitazione del parroco, spettò il compito di custodire re Enzo, nientemeno che il figlio dell’Imperatore e Vicario Imperiale per la Lombardia. Di quei memorabili momenti, risoltisi con lo scambio di prigionieri e con la vittoria formale della Lega Lombarda, Gorgonzola porta orgogliosamente il ricordo con una lapide commemorativa sul lato orientale del Palazzo del Comune.


Voci dal Rinascimento

Gorgonzola ricompare nel 1288 e, con le sue 51 chiese e 61 altari, viene indicata come una delle pievi più importanti della Diocesi milanese.

Tuttavia bisogna attendere il 1510 per poter vedere impresso su un documento il nome di Gorgonzola nel suo attuale e definitivo assetto fonetico. Siamo nel Rinascimento, epoca di nuove frontiere culturali e di divulgazione del sapere; emergono nuove figure come quella dell’editore, tra l’intellettuale e l’imprenditore. Uno di questi è il prete-editore Nicolaus da Gorgonzola, stabilitosi a Milano con la sua attività e molto noto nell’ambiente in tutta Italia. Proprio nel 1510 sull’edizione del “Sacramentarium Ambrosianum” compare il sigillo di Nicolaus, che consegna alla stampa il nome di Gorgonzola per la prima volta.


La peste

Sul ponte di Milano si trova il monumento dedicato alla visita di San Carlo durante la peste del 1564. La terribile malattia flagellava in quegli anni, non meno che altrove, Gorgonzola, che aveva il suo Lazzaretto in un luogo isolato, lungo la strada campestre in località ponte di Milano.

Al crocicchio che segnava l’inizio di un viaggio senza ritorno per gli appestati è dedicata appunto questa imponente stele sormontata da una croce in ferro battuto di difficile datazione, che fa riferimento ad una non meglio specificata visita del Santo e in ricordo dell’alto contributo di vite umane pagato da Gorgonzola.


Il giogo degli Asburgo

Fu a partire dal XVIII secolo, dopo le alterne vicende del tardo Medioevo e del Rinascimento, che il popolo di Gorgonzola iniziò a rendere cosciente e consapevole il proprio senso di appartenenza alla comunità: i signori delle loro terre erano infatti da qualche tempo gli Asburgo, e la Lombardia non era che una popolosa e produttiva regione sotto il giogo austriaco.

L’esperienza non troppo remota dei Comuni e dell’autogoverno aveva fatto sentire la propria voce, pur indirettamente, anche a Gorgonzola. Cominciavano così a manifestarsi anche nelle campagne, non solo belle grandi realtà urbane, l’insofferenza per i delegati posticci di un governo lontano e avulso dalla propria realtà, e la mal sopita necessità di stringersi attorno a rappresentanti della comunità per difendersi dalla volontà dei potenti e per amministrarsi liberamente e progredire secondo i propri stimoli. Numerosi potrebbero essere gli aneddoti che riportano il malumore ormai diffuso di molta parte della popolazione verso i simboli e le invadenze del potere austriaco, sempre più estraneo e illegittimo nella percezione del popolo.

È utile ricordare, del resto, le importanti regolamentazioni della vita pubblica che l´Impero asburgico, tramite i suoi emissari, comminò presso Gorgonzola, dotandola dell’Ufficio del Catasto, di un distaccamento giuridico e della presenza di una guarnigione stabile, tutti elementi che non facevano che rafforzare l’immagine del paese come di una municipalità ufficialmente riconosciuta.


Tra Ottocento e Novecento

Per Gorgonzola, la parentesi napoleonica non fece che accrescere questo riconoscimento, dal momento che nel 1805 l’avanzato codice civile francese ne definiva la giurisdizione sopra 33 comuni. Persino dopo la restaurazione, il redivivo dominio tedesco ne sanciva lo status di Capoluogo dell’undicesimo distretto milanese.

Al momento dell’unificazione nazionale, Gorgonzola era sede mandamentale per il reclutamento dei coscritti alla leva, nonché capofila di un territorio che secondo il censimento del 1861 contava 28.496 abitanti. Con la liberazione dall’oppressione straniera, Gorgonzola poté finalmente dare seguito a quelle istanze di libero autogoverno a cui tanto aveva ambito nell’ultimo secolo. All’ormai accreditato ruolo pubblico e istituzionale del proprio comune si aggiunse una realizzata designazione dei propri rappresentanti del potere. Questo percorso, per così dire, di autodeterminazione sempre latente e finalmente conquistata, conoscerà la sua simbolica conclusione nel 1928 con la costruzione del Palazzo Comunale.


Alcuni cenni storici-letterari

La storia di Gorgonzola ci riporta illustri citazioni, come ad esempio quella del Manzoni nei suoi «Promessi Sposi». Sul motivo perché, nel lungo e periglioso cammino di Renzo tra Milano e Bergamo, lo scrittore faccia l’onore della citazione proprio a Gorgonzola è stato in sede locale variamente dibattuto. Sembra ormai certo però dalle sue note biografiche che Manzoni avesse attraversato e visitato il paese più volte per via di alcuni poderi in suo possesso nella zona, dove soleva passare i periodi di riposo nella sua casa di campagna lontano dalla città. Gli stessi Beccaria, famiglia della madre di Manzoni, risiedevano spesso nel loro palazzo di campagna non lontano da Gorgonzola. È naturale dunque che Gorgonzola per lo scrittore fosse un luogo di passaggio privilegiato, lungo il naviglio della Martesana, o solo per semplice approvvigionamento del ben noto e prelibato «stracchino» locale. Naturale dunque che il suo Renzo Tramaglino trovasse temporaneo ricovero proprio qui, a Gorgonzola.

Gorgonzola viene citata anche durante le Cinque Giornate di Milano nel 1848, come un paese che nell’infervorazione generale non restò con le mani in mano e sbarrò la strada, per quanto possibile, ai popolani, alle truppe di rinforzo del Reggimento Austriaco «Sigismondo». E successivamente, lo stesso paese ospitò per una notte, il 9 giugno 1853, Napoleone III con il suo stato maggiore nel palazzo dei Serbelloni Busca, sulla via per Solferino e la vittoria.

Gorgonzola ha pagato un alto tributo anche a tutte le guerre degli ultimi due secoli: dal 1848, passando per la campagna d´Eritrea del 1896, fino alla Grande Guerra del ´15-´18, per arrivare ai caduti della Seconda Guerra mondiale e ai martiri della Resistenza. In loro nome, ai caduti di tutte le guerre e di tutte le lotte, Gorgonzola ha dedicato, nel 1973, un grande monumento in stile moderno in piazza De Gasperi, in sostituzione di quello eretto dai fascisti in epoca precedente e abbattuto.


I conti Serbelloni

La famiglia Serbelloni, feudataria di Gorgonzola era nota per la passione della guerra, ma anche per le feste e le cene con numerosi invitati, nobili e uomini di lettere e di arte.
Il duca Gian Galeazzo, educato dal poeta Giuseppe Parini, non faceva eccezione a questa tradizione di famiglia. Con la sua sposa Teresa Castelbarco Visconti Simonetta teneva corte nei mesi estivi anche a Gorgonzola, considerata nel 1700 e nel 1800 luogo di villeggiatura per i nobili che abitavano a Milano.
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Ultimo aggiornamento: 28/06/2023, 10:10

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