È stato intitolato lunedì 16 dicembre 2024 alle ore 11:00 il Giardino Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e vittime delle mafie ubicato tra le vie Di Vittorio e don Sturzo e il nuovo ingresso dell’Accademia Formativa Martesana.
L’area a verde pubblico riqualificato nel quartiere San Carlo vede uno spazio pergolato attrezzato con panchine e cestini attraversato da una serie di vialetti curvilinei pavimentati e in asfalto di collegamento al quartiere.
All’evento presenti i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, Carabinieri della locale Stazione di via Trieste, Guardia di Finanza e Polizia Locale oltre ai ragazzi e alle ragazze del progetto di cittadinanza attiva “Blog Democracy” dell’IC Rita Levi Montalcini, che hanno letto brani estratti dal libro “Per questo mi chiamo Giovanni” racconto della vita di Falcone di Luigi Garlando.
Emozionata la prima cittadina Ilaria Scaccabarozzi nel suo discorso: «Il 16 dicembre 1987 si conclude il primo maxiprocesso per mafia a Palermo. L’accusa è condotta dal pool antimafia guidato da Antonino Caponnetto e di cui facevano parte Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.La sentenza conferma la tesi di Giovanni Falcone: cosa nostra è un’organizzazione, i mafiosi non sono quattro scappati di casa ma sono organizzati, hanno una gerarchia, capi e scagnozzi».
«Al termine del processo, a un giornalista che chiedeva: “Cosa cambierà nel futuro per i magistrati, come lei e i suoi colleghi, impegnati nella lotta contro la mafia?”. La risposta di Giovanni Falcone è tristemente profetica: “È presto per dirlo, sarebbe un discorso troppo lungo e troppo difficile da esprimere. Noi continueremo a lavorare con tutto il nostro impegno così come nel passato, fin quando ci sarà consentito di poter svolgere questo lavoro”.
«Sappiamo come è andata a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, alle donne e agli uomini delle scorte. Nell’elenco delle vittime per mafia ci sono nomi famosi: Piersanti Mattarella, il Gen. Dalla Chiesa, ciascuno di noi ne ricorda qualcuno. Ma ci sono, soprattutto, nomi di donne e uomini comuni, donne e uomini con la schiena dritta che non si sono piegati davanti alle minacce, alle intimidazioni e hanno pagato con la vita».
«Falcone diceva “La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”. Alla fine, non siamo ancora arrivati perchè la mafia non è sconfitta, ha solo cambiato volto. Prima sparava, oggi gira in giacca e cravatta, nelle aziende, dove c’è flusso di denaro».
«A noi il compito di non abbassare la guardia perché tutte le vittime di mafia non siano morte invano. Voglio, da ultimo, ricordare tutti quegli amministratori (sindaci, consiglieri comunali, assessori) che, anche nei comuni vicino a noi (in Lombardia più di 200), sono sotto il mirino della criminalità organizzata perché fanno il bene delle loro comunità. Non lasciamoli soli, non smettiamo di parlarne e di ricordare».
«A voi ragazzi dico: chiedete ai vostri professori di parlarvi di questo pezzo di storia italiana. A tutti noi dico: dobbiamo scegliere da che parte stare. Gorgonzola sceglie di stare dalla parte della legalità e della giustizia, sempre!»