Da maggio 2025 sono state nuovamente individuate, dall’Ufficio Verde pubblico e segnalate dalla cittadinanza, piante infestate dalla cocciniglia Takahashia japonica nel territorio gorgonzolese.
Noto anche come “cocciniglia dai filamenti cotonosi”, questo insetto è apparso per la prima volta in Europa nel 2017 a Cerro Maggiore, in provincia di Milano. Da allora, si è diffuso progressivamente in altre aree lombarde e nel nostro Comune dal 2022.
Si tratta di un parassita di origine asiatica che depone sugli alberi migliaia di uova in caratteristici ovisacchi tubolari, formanti anelli lunghi da 4 a 7 cm di colore bianco dall’aspetto cotonoso, estremamente resistenti alle intemperie e agli insetticidi, posizionati prevalentemente sui rami basali e più riparati dal sole diretto.
Questa cocciniglia si nutre della linfa prediligendo aceri, albizzia, albero di giuda, carpino bianco, gelso nero e bianco, bagolaro e liquidambar.
L’insetto non costituisce alcun pericolo per persone e animali, ma necessita di essere contenuto per evitare danni al patrimonio arboreo con interventi preventivi, trattamenti mirati e monitoraggio costante.
Ad oggi, il controllo di questo insetto risulta complesso per diversi motivi:
- incompleta conoscenza della biologia;
- mancanza di insetticidi specifici;
- restrizioni all’uso dei prodotti fitosanitari in ambito urbano.
L’Amministrazione comunale al fine di limitare il proliferare del parassita, anche mediante la potatura dei rami infestati, ha deciso di sperimentare due metodi di lotta integrata nel primo periodo di schiusa delle uova.
- Endoterapia
Esclusivamente sulle piante ornamentali infestate verrà iniettato, da parte di un agronomo specializzato, un prodotto fitosanitario che andrà nella linfa delle piante colpendo la cocciniglia che se ne nutre. - Sali di potassio di acidi grassi
Sugli alberi da frutto, e i gelsi in particolare, gli addetti della Demetra Specialist SRL di Besana in Brianza (MB), nebulizzeranno questi sali sulle foglie per agire sulle membrane cellulari (gusci) degli insetti e debellarli.
Entrambi i trattamenti mirano a colpire gli insetti parassiti ma non elimineranno gli ovisacchi ormai vuoti.
Per maggiori info:
www.fitosanitario.regione.lombardia.it