Ora e sempre Resistenza

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Il discorso della sindaca Ilaria Scaccabarozzi in occasione della celebrazione dell'Anniversario della Liberazione Nazifascista a Gorgonzola

Data di pubblicazione:

25 Aprile 2024

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La resistenza Italiana che ci ha portato a poter festeggiare, ancora oggi (e, si spera, ancora per molto) la liberazione dal fascismo, ha mostrato al mondo la volontà di riscatto degli italiani.
Una volontà fatta di scelte coraggiose quotidiane.

Sulle spalle di chi ha combattuto perché noi oggi fossimo qui, siamo chiamati a essere PARTIGIANI DELLA MEMORIA
Perché l’anniversario del 25 aprile tiene insieme tre tempi: è una celebrazione con i piedi saldi nel passato che ricordiamo oggi ma con lo sguardo rivolto al futuro.

Di cosa dobbiamo fare memoria? Cosa dobbiamo vivere e trasmettere alle generazioni più giovani?

  1. I VALORI DELL’ANTIFASCISMO E DELLA RESISTENZA
    Il 25 Aprile non ricorda solo la vittoriosa opposizione al fascismo ma ricorda la Resistenza come occasione per costruire una società fondata sui valori di LIBERTA’  e  GIUSTIZIA, opposta a quella appiattita, silenziata, discriminatoria proposta da Mussolini:
    Se i contesti sono diversi e non paragonabili, la Resistenza resta però il simbolo della possibilità di immaginare e di provare a realizzare una società autentica e inclusiva.Incarnati nell’oggi, questi valori ci dicono che la nostra Resistenza deve essere la lotta per la cittadinanza delle seconde e delle terze generazioni di migranti, la lotta contro le violenze di genere, la lotta per la tutela dei lavoratori (sia in termini salariali che di sicurezza sul lavoro), la lotta contro le nuove povertà, la lotta contro un modello che lascia indietro i più fragili.“Non c’è possibilità di salvezza nella neutralità e nell’isolamento”, scrive il 28 novembre 1943 Giaime Pintor, motivando la scelta partigiana che lo avrebbe portato alla morte. In queste parole vi è il senso profondo e l’etica di una generazione che si oppose al fascismo.In questa opposizione mi preme evidenziare il ruolo delle donne, le uniche rimaste a casa insieme ad anziani e bambini, che “attraverso gesti concreti, semplici, quotidiani eppure straordinari in quel particolare momento, hanno fatto la resistenza. Nascondere i soldati, sfamarli, rivestirli nonostante il pericolo, la fame e la penuria di tutto. Senza chiedere nulla in cambio. Erano donne di tutte le classi sociali”

    Oggi, dove la guerra è riemersa drammaticamente come orizzonte di realtà, gli esempi di vita resistente consentono di cogliere il valore della conoscenza della storia, per l’oggi e per il futuro, perché ciascuno di noi restituisca senso al 25 aprile.
    Non possiamo rimanere indifferenti: per quello che si può, ognuno è chiamato a fare la propria parte.

  2. LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE
    La nostra Carta Costituzionale, una delle più belle in circolazione, rappresenta il momento fondante di una storia e di una memoria condivisa. È il risultato di uomini e donne, padri e madri costituenti, che trascinando l’Italia fuori da un periodo terribile, volevano rifondare la Patria basandola sui principi fondamentali dell’antifascismo e della resistenza.La nostra Costituzione ha consentito e consente ancora oggi, la libertà di parola, di voto e, addirittura, di veder presenti in Parlamento esponenti che, ieri come oggi, contestano quella stessa Carta nei suoi fondamenti.
    Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro…».
    Arrigo Boldrini, nome di battaglia “Bülow”.I valori insiti nella nostra Costituzione: libertà e liberazione, piena democrazia e uguaglianza sociale, lavoro, pace, solidarietà non sono mai stati così attuali.
    Ogni cittadino dovrebbe ritrovarsi in quel senso comune, fatto di umanità, libertà e partecipazione, che è necessario ribadire ogni anno in un rito collettivo, a tutela e conferma di valori condivisi.
    Per questo, sempre seduti sulle spalle di chi ci ha consegnato questa Costituzione, abbiamo oggi il dovere di difenderla da chi vuole cambiarla e stravolgerla a proprio uso e consumo.
  3. DIRE LA VERITÀ
    Esiste una verità storica che, come sappiamo, può variare a seconda di chi la racconta ma che, proprio perché si basa su fatti realmente accaduti, non può essere manipolata a parere di chi la narra.Il 25 Aprile è patrimonio di tutta l’Italia ma va, anche detto, come diceva Calvino: “tutti uguali davanti alla morte, non davanti alla storia”.
    Allora usiamo le parole giuste: Il fascismo è un male assoluto, un disvalore assoluto, al di la’ dell’analisi quantitativa del fenomeno che porta taluni a dire e a rimpiangere: “ma, in fondo Mussolini ha fatto anche cose buone”.E, allora prendo in prestito le parole censurate di Scurati: “il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista.
    Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.

Ecco. Il 25 aprile è fare memoria di tutto questo, è continuamente ricordare che resistere è necessario, è un dovere, ieri come oggi, ovunque la libertà e la giustizia vengono attaccate, umiliate, distrutte.

Ora e sempre Resistenza.
Viva l’Italia antifascista, viva il 25 aprile!

Ilaria Scaccabarozzi
Sindaca di Gorgonzola

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Ultimo aggiornamento: 01/05/2024, 23:56

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