Cos'è
Incontro con l’autore Claudio Maria Tartari
Il caso è un difetto nella ricerca scientifica? Un errore, un inciampo? In questo “romanzo epistemologico” due personaggi – alter ego degli autori – ne dialogano fra Città Studi e i colli fiorentini, raccontando come nella storia della conoscenza il caso intervenne positivamente: se usato con metodo!
Le scoperte sono il sale della ricerca scientifica, i momenti-chiave nella progressione della scienza. Ma come avvengono, e come ci si arriva? Con leggerezza e rigore, ci avventuriamo lungo le numerose strade attraverso cui la scienza procede, prendendo in esame varie scoperte e analizzandole nell’inconsueta forma di un dialogo semiserio tra due amici.
Le scoperte possono essere l’inizio di un percorso, o piuttosto la sua conclusione, ma anche frutto di caparbie ricerche o eventi del tutto inaspettati. Alcune si rivelano un abbaglio, altre addirittura una truffa. In certi casi, la loro importanza si rivela immediatamente, mentre in altri casi è necessario un lungo periodo di riflessione prima che le implicazioni possano essere pienamente comprese. Ci sono le scoperte avvenute per pura casualità, e ne possiamo annoverare tantissime, spaziando tra le più diverse discipline.
Dalla radioastronomia alla scoperta dell’America, dai misteriosi lampi gamma tenuti segreti per anni dai militari americani alla tardiva invenzione delle macchine a vapore e delle biciclette, con repentini cambi di argomento, battute, curiosità, spiegazioni e descrizioni dettagliate e però sempre comprensibili, i due protagonisti ci accompagnano in un’avventura alla scoperta dei molti modi in cui avanza la conoscenza, e del ruolo cruciale del caso nel progresso scientifico e tecnologico dell’umanità.
Claudio Maria Tartari (Milano, 1951), è laureato in Storia a indirizzo medievale e specializzato in paleografia. Ha pubblicato una trentina di opere, la maggioranza incentrate sulla storia del territorio milanese. Svolgendo da decenni l’attività di conferenziere.
Tommaso Maccacaro (Pavia, 1951), astofisico, ha lavorato in Italia, Inghilterra e Stati Uniti. È stato presidente di comitati dell’ESO e dell’ESA, direttore dell’Osservatorio astronomico di Brera e infine presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica.